Dottore ho l’ansia! 

Attacchi di panico

Quanta confusione dietro questo tema!

Quante sovrapposizioni, quante errate interpretazioni.

Quanta difficoltà a dipanare una matassa che si aggroviglia attorno all’idea diffusa, e spesso supportata da tanta parte della medicina e della psicologia, che l’ansia vada combattuta, piuttosto che compresa, messa da parte, piuttosto che ascoltata, considerata una pestilenza, piuttosto che un segnale che comunica qualcosa di importante di sé.

Procediamo per ordine ed iniziamo da due storie con nomi immaginari e dati modificati.

Mirco dice di essere ansioso, dichiara di avere attacchi di panico, la sua vita è piuttosto limitata da questo: attività controllate, orari definiti, esperienze ridotte; da molto, sebbene abbia 32 anni, non riesce ad avere una relazione sentimentale. Basta un nonnulla, il suo cuore batte e gli sembra un terremoto. Non c’è spazio in lui per alcuna emozione, non se lo può permettere. Una minima esperienza piacevole lo turba, si, avete capito bene, ogni minima esperienza piacevole. Perché questo è il vero problema, la fuga da quello che lo spaventa porta con sé la fuga da quanto produce gioia e piacere. Se incontra una ragazza, ci esce una sera, il suo cuore batte, e questo non è tollerabile.

“Dottore provo ansia!”

No, rischia di innamorarsi, dico io

Anna di anni ne ha 52, ha avuto una lunga relazione coniugale con un uomo con il quale ha fatto anche due figli, senza però mai riuscire ad esprimere e a percepirne sentimenti profondi, sebbene a lui fosse legata sin dal primo giorno con onestà e rispetto. Il marito la tradisce, lei lo scopre e la relazione entra in crisi. Continua la convivenza forzata, ma Anna si innamora di un uomo parecchio più giovane di lei, sperimenta sentimenti ed emozioni nuove, mai provati prima, scopre che cosa significhi fare all’amore. Tutto questo è però per lei intollerabile o forse troppo. Ogni volta che fa all’amore con il suo giovane amante si trova costretta ad assumere un ansiolitico che le permetta di reggere, o meglio, di annullare la portata di quelle emozioni alle quali non è abituata.

Due storie diverse, accumunate da un comune errore di valutazione: le emozioni sono qualcosa di pericoloso, sconosciuto, ingestibile, intollerabile. Quel cuore che batte, quel petto che sembra squarciarsi, quelle vene pulsanti, quel senso di vertigine, quel gorgoglio nelle viscere risultano intollerabili, forse irriconoscibili.

Meglio allora etichettarle: ecco l’ansia!

Subito ci viene in soccorso una diagnostica psichiatrica e psicologica accurata, una farmacopea senza limiti ed una strategia bellica da generale asburgico.

Combattere ed Estirpare!!!

Proveremo attraverso questo percorso a rivedere certi punti di vista, certi luoghi comuni e questo non certo con la presunzione di avviare una rivoluzione di pensiero, ma con lo scopo più sincero di comunicare un’idea di fondo: la vita è un’esperienza che vale la pena assaporare sino in fondo!!!