Siamo costantemente stanchi! Il sonno, le vacanze, il fine settimana non sono più sufficienti a ricostruire la nostra integrità psico-fisica.

Sempre più spesso ci troviamo ad affrontare le esperienze quotidiane nello stile dell’allarme costante che dovrebbe essere riservato esclusivamente alle situazioni d’emergenza, tanto che sono in aumento i disturbi di insonnia, sono significativi i malesseri dell’week and e poco si riesce a staccare durante le vacanze.

Questa condizione di stanchezza cronica trova oggi una lettura anche a livello microscopico e cellulare.

La condizione di cronicizzazione di quei processi fisici che dovrebbero essere solo connessi a situazioni straordinarie, produce, a livello cellulare, uno stato che potremmo definire di non chiarezza: essendo il segnale di allarme costante e non episodico, le nostre cellule è come se non sapessero più cosa fare.

In un immaginario dialogo cellulare, è come se si trovassero a rispondere a domande che non gli sono state fatte e a fare richieste di cose che non gli servono.

Non è difficile comprendere che, in una tale situazione, risultano fondamentali dei tempi di recupero capaci di interrompere la presenza di quella costanza di segnale; consapevoli peraltro del fatto che le strategie normalmente utilizzate, quali il sonno notturno, le vacanze o il fine settimana, rischiano di non essere più sufficienti.

In questi casi bisogna agire più profondamente e stabilmente, proprio al fine di interrompere l’ineluttabilità del segnale d’allarme.

Ancora una volta, ci vengono in aiuto le tecniche mente- corpo, grazie alle quali si creano e si rinforzano specifici e ben modulati tempi di recupero, deliberatamente scelti e consapevolmente gestiti.

Si tratta di apprendere modalità nuove di farsi carico del proprio benessere, basate su pratiche antiche e strumenti moderni, capaci di rompere gradualmente quegli automatismi che hanno creato il circolo vizioso della ripetizione, della quale spesso ci troviamo ad essere vittime.