Oggi vorrei portare l’attenzione su alcuni processi che, pur caratterizzando il nostro agire quotidiano e incidendo profondamente sulla gestione del nostro tempo, non sono assolutamente oggetto della nostra consapevolezza.

Quante volte ci capita di iniziare un lavoro, e di essere trascinati ad avviarne un secondo, stimolati magari da qualcosa che attira la nostra attenzione in quella direzione. Iniziamo a sistemare la cantina, apriamo un primo scatolone, con l’intenzione di riordinare quanto vi è contenuto, ma….improvvisamente, la nostra attenzione ricade sull’oggetto alla nostra destra. Non dovrebbe essere li, ci diciamo. Ci accorgiamo che lo abbiamo trascurato a lungo, che dobbiamo ripulirlo e metterlo nel posto giusto. Abbandoniamo la nostra attenzione allo scatolone, che dimentichiamo aperto, ed iniziamo a ripulire l’oggetto o a trovargli una migliore collocazione. Ma non ci fermiamo qui. Mentre facciamo questo, ci accorgiamo che, proprio alla nostra sinistra, si trova la scatola delle vecchie fotografie, quella che ormai avevamo dimenticato. Impossibile non aprirla ed impossibile non iniziare a guardarle! E via di seguito. Alla fine viene meno l’obbiettivo che ci siamo posti all’inizio, ma il problema non è tanto quello, in fondo avremo altre occasioni per risistemare la nostra cantina.

Il problema è: in tutte queste situazioni, stiamo veramente facendo quello che abbiamo scelto di fare?

Se osserviamo il nostro modo di gestire il tempo al PC, la cosa è ancora più evidente. Accendiamo il computer con l’intento di scrivere proprio quell’e-mail urgente, ma, una volta entrati, non possiamo fare a meno di controllare tutti i messaggi, di attraversare tutti i social, di curiosare sulle ultime notizie. E via cosi…in una catena interminabile.

Noi abbiamo un problema: un abitudine spesso ne mette in moto un un’altra, che ne avvia una nuova…e via all’infinito, in una catena di comportamenti che non governiamo ma che subiamo.

Gli automatismi giungono così ad assumere il controllo della nostra vita. Sono responsabili dell’avvio di pensieri, che danno il via ad altri pensieri, che producono emozioni, le quali sviluppano altri pensieri su di me e sul mondo.

Il problema e che noi pensiamo di pensare liberamente ed invece, spesso, pensiamo automaticamente.

A questo punto vi chiederete: esiste un alternativa. Certo che esiste.

Si tratta di imparare a focalizzare la propria attenzione , scegliendo dove la nostra mente si deve concentrare. Certo questo richiede un poco di lavoro e di impegno, consistente nel procedere controcorrente rispetto al flusso delle nostre consuetudini, di quella che noi impropriamente definiamo la nostra normalità.

Dobbiamo reimparare a dirigere la nostra consapevolezza su una cosa alla volta!!!

Il percorso continua, a presto.