Ciascuno di noi è carico di convinzioni su noi stessi e sul mondo, convinzioni che definiamo e consideriamo oggettive. Eppure oggi sappiamo che le cose non funzionano proprio così.
Le neuroscienze ci mostrano, infatti, come la vista sia un’illusione: per creare l’esperienza visiva il cervello utilizza i nostri ricordi, conoscenze, opinioni ed emozioni. Di modo che ciò che vediamo è una complessa costruzione mentale e ciò avviene in modo inconsapevole.
Il nostro modo di percepire il mondo non è quindi sempre libero, noi vediamo attorno a noi ciò che conferma le nostre convinzioni e, al contrario, non notiamo ciò che le disconferma. Spesso, infatti, siamo automaticamente spinti a non vedere ciò che può metterle in dubbio. È così, c’è una selezione dell’attenzione.
Cerchiamo prove che confermino le nostre credenze, non che le smentiscano.
Non vogliamo vedere le discrepanze, e andiamo oltre. È un meccanismo con cui il cervello risparmia energia.
Questo ci fa comprendere quanto importante sia effettuare un lavoro sulla consapevolezza, strumento fondamentale per approcciare il mondo in modo per noi corretto e sano.
Sano, perché i meccanismi descritti poco sopra, non solo sviluppano in noi una serie di pregiudizi che ci inducono a chiuderci nei confronti del mondo, ma spesso condizionano le nostre scelte, frutto di automatismi e di processi inconsapevoli, spingendole in una direzione diversa da quella verso la quale vorremmo realmente andare.
Costruire spazi di consapevolezza attraverso tecniche che ci aiutino a comprendere chi siamo e cosa vogliamo è quindi oggi un tema di assoluta attualità.
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