Eviterò di soffermarmi qui su quanto ci viene insegnato dall’Oriente e dall’Occidente in tema di respirazione, il tema e troppo complesso anche solo per essere accennato.

Il nostro percorso non può però evitare tale questione, anzi oggi inizieremo ad attraversarla grazie ad una modalità che permette di approcciarla con la consueta gradualità.

L’esercizio di oggi può essere effettuato ogni qualvolta si ha un momento libero per coricarsi sul letto, anche se spesso sconsiglio di sperimentarlo la sera prima di addormentarsi. In genere, invito le persone a non utilizzare questo momento, perché molto spesso la tendenza è quella di addormentarsi, facendo venire meno l’importante obiettivo della consapevolezza. Tale eventualità è però ancora accettabile, in quanto, a questo livello del percorso, dobbiamo cercare di far prevalere uno spirito di leggerezza e di piacevolezza.

In posizione supina, flettiamo le gambe e appoggiamo un oggetto sulla nostra pancia al di sotto dell’ombelico, in modo da rendere tale zona più sensibile a quelli che sono i nostri movimenti conseguenti alla respirazione che, in questo caso, sarà una respirazione ventrale.

Il nostro intento sarà quello di sollevare il nostro oggetto durante l’inspirazione e di farlo scendere durante l’espirazione. Per alcuni questo inizialmente non sarà semplice, perché più abituati ad una respirazione alta o a causa di una rigidità del diaframma. La respirazione apparirà quindi molto forzata e poco spontanea. Se avrete però la costanza di ripeterlo tutte le sere per qualche minuto, vedrete che tutto diventerà gradualmente più fluido e naturale, con un conseguente piacevole senso di distensione.

Mana mano che procederete con l’esperienza vi consiglio di immaginare il movimento come quello delle onde di un mare calmo, lasciandovi cullare dalle stesse.

Attendo, come sempre, le vostre osservazioni, anche da parte dei più esperti, per i quali un simile lavoro apparirà forse banale. Dico loro che, a volte, ripartire dall’inizio è molto utile, anche solo per cogliere i propri progressi.