Abbiamo visto come ogni processo parta dal corpo e da specifiche reazioni somatiche, dalle quali emerge l’emozione relativa. L’emozione è quindi, prima di tutto, una modificazione della nostra fisiologia e dei nostri equilibri somatici. Ovviamente l’emozione non è solo questo, diventa poi sentimento, coinvolgendo le aree somato-sensitive del nostro cervello, per poi divenire pensiero e modo di percepire il mondo.

L’emozione si sviluppa quindi inizialmente in una serie di modificazioni somatiche, poi arriva il sentimento, ovvero la coscienza di provarla, tematica questa della quale parleremo in futuro e sulla quale sperimenteremo nuovi esercizi.

In questa fase del percorso a noi interessa concentrarci nella prima parte del suo viaggio, vale a dire proprio a quei cambiamenti somatici automatici che ci dicono che c’è qualcosa a cui prestare attenzione ( rigidità al collo, mani sudate, fitta allo stomaco, ecc.), mutamenti che noi tendiamo a sottovalutare, a trascurare, a rimuovere o, addirittura, ad eliminare con il farmaco di turno, perdendone quindi l’importante valore di segnale.

Quella di segnale non è però l’unica funzione, il corpo può infatti avere un ruolo ancora più attivo nei confronti della mente .

Sempre cercando di comprendere il rapporto mente corpo in quella chiave di reciprocità e di interdipendenza che caratterizza la modalità più attuale di concepirlo, dobbiamo sapere che la nostra gestualità o la nostra postura possono addirittura arrivare a condizionare le nostre facoltà più “razionali”.

Un’interessante conferma in questa direzione giunge da alcuni esperimenti nei quali sono stati chiesti a tre gruppi diversi di soggetti di esprimere dei pareri su alcune cuffie stereofoniche. Al primo gruppo veniva chiesto di ascoltarle muovendo il capo come se annuissero, al secondo di muoverlo come a eseguire il gesto del no e al terzo, invece, non sono state date indicazioni di movimento.

Da non credere! Coloro ai quali veniva chiesto il movimento simile all’assenso davano giudizi più positivi sulle cuffie rispetto agli altri due gruppi. Il contrario per coloro che mimavano il no.

Il nostro corpo quindi non solo ci segnala continuamente qual è la nostra condizione emotiva ma condiziona anche il nostro giudizio sulle cose del mondo.

Proprio su tale aspetto si concentrerà il nostro lavoro corporeo della prossima settimana!