Ho 26 anni e soffro di ansia alla quale ormai sono abituata, da anni, il mio stato ansioso non mi impedisce comunque di svolgere la mia vita quotidiana ma spesso mi ritrovo a balbettare mentre parlo con gli altri e questo mi crea disagio, la balbuzie è comparsa circa all’età di 20 anni(in coincidenza con una relazione finita male e per la quale ho sofferto parecchio) e da allora va avanti anche se, quando sono “serena” o comunque non troppo ansiosa non balbetto o balbetto pochissimo, sento in pratica il fiato spezzare le mie parole,sento aumentare l’ansia per la sensazione di imbarazzo, aumentando anche la balbuzie di conseguenza, ci sono poi persone che mi mettono più ansia di altre, magari persone nuove, e con loro la situazione peggiora, secondo voi sarebbe il caso di assumere degli ansiolitici?
Mi capita spesso anche di balbettare durante gli esami all’università il che pregiudica la mia performance..
Insomma come posso aiutarmi?
La ringrazio in anticipo!

Risposta

Cara M.,
di solito la balbuzie insorge molto prima dei 20 anni (in genere, prima dei 10) e nella maggior parte dei casi tende a “guarire” spontaneamente; su di essa influiscono anche fattori genetici. Invece, nel suo caso essa è insorta tardi e a seguito di un episodio specifico (l’insuccesso di una relazione sentimentale e la sofferenza che ne è derivata): sembra quindi un sintomo essenzialmente “reattivo” a fattori esterni. Anche il modo in cui la sua balbuzie si manifesta dimostra che essa dipende da variabili “ambientali”: l’assenza di fattori che le possano generare ansia la fa quasi scomparire, e, viceversa, la presenza di persone o di eventi che la “mettono alla prova” (vedi gli esami all’Università) la fa aumentare.
Mi pare quindi di poter dire che bisogna lavorare sulla relazione con gli altri, che a quanto pare lei vive in modo tendenzialmente frustrante, come se il suo valore personale dovesse dipendere dal loro giudizio (tanto che basta una persona non conosciuta a metterla potenzialmente in crisi).A questo proposito sarebbe interessante sapere se, dopo la delusione vissuta a 20 anni, lei sia riuscita ad avere rapporti soddisfacenti; una risposta affermativa a questo interrogativo aprirebbe infatti il discorso ad altre problematiche esistenziali, rendendo secondario il sintomo da lei denunciato.Una seconda considerazione meriterebbe la sua attenzione: per quale ragione all’ansia ci si deve abituare? Essa, in situazioni di allarme, è certamente una risposta fisiologica ed adattativa del nostro organismo (attenzione situazioni circostanziate). La letteratura sull’argomento sottolinea che, se essa però deborda per diffondersi nella nostra quotidianità, vi sono inevitabili conseguenze sul piano psicofisico. In quest’ultimo caso è quindi necessario intervenire con opportuni trattamenti.