Caro Dottore,

Ho 55 anni e da molto tempo sono soggetto a depressione bipolare di cui purtroppo non mi sono curato pensando di venirne fuori da solo. Purtroppo col tempo la situazione è diventata cronica e sempre peggiore, soprattutto per me la fase bassa, che mi arriva all’inizio dell’estate e finisce in autunno, e per gli altri con cui mi relaziono (figlia, colleghi, ex compagna) quando sono nella fase alta e quindi irritabile, nervoso, indisponente e super energetico.
Ora vorrei ricorrere ad una psicoterapia per andare sulle cause della mia malattia. Alla mia età possono essere utili?
Molti me la sconsigliano asserendo che mi romperebbe solamente gli equilibri e che è difficile trovare un psicoterapeuta bravo, a parte l’alto costo della cura e la lunga durata con effetti tutti da verificare.
Lei cosa mi consiglia?

Risposta

Caro P.,
nella sua lettera definisce la sua patologia con una denominazione piuttosto chiara: “depressione bipolare”, ma, come è normale, non fornisce informazioni approfondite tali da poter definire una diagnosi per il suo problema.
L’ esposizione della problematica rende comunque già valida la sua richiesta, che si riassume nel chiedere se una psicoterapia potrebbe andare alle cause della sua malattia e quindi essere curativa e risolutiva del suo problema.
Da quello che lei scrive nella lettera il suo “stato depressivo” non sembra alterare le funzioni metacognitive, intendendo con queste:  la capacità di compiere operazioni riflessive sulle proprie e altrui condotte psicologiche, nonché la capacità di utilizzare tali conoscenze a fini strategici per la soluzione di compiti e per padroneggiare specifici stati mentali fonte di sofferenza soggettiva, tutte operazioni che, stando alle osservazioni esposte nella sua comunicazione, lei sembra in grado di compiere.Poiché leggo inoltre dalle sue parole una certa disponibilità ad avviare un trattamento, fatto quest’ultimo assolutamente non secondario, considero possibile ed anche adeguata l’ipotesi di intraprendere un percorso psicoterapeutico basato su incontri e colloqui.

Le considerazioni appena effettuate sono comunque generali, nello specifico qualsiasi ipotesi terapeutica deve essere, soprattutto in un caso di depressione come il suo, supportata da una approfondita valutazione psicodiagnostica; non mi è infatti chiaro come lei sia giunto a tale diagnosi (il termine depressione viene oggi utilizzato impropriamente e superficialmente e la definizione bipolare indica che vi è stato un approfondimento ma non si comprende da dove essa venga).
Chiarita la mia personale posizione relativamente ad un possibile lavoro di tipo psicoterapico, un’ulteriore e necessaria sottolineatura in un caso come il suo riguarda la valutazione della necessità di un supporto famacologico, non in contraddizione ma sinergico alla terapia della parola; questo però ad opera di uno psichiatra o del suo stesso medico di famiglia, qualora fosse disponibile nel farlo. Quello che ritengo comunque indispensabile è che le due figure professionali  che si troveranno ad affrontare con lei il suo problema, attraverso un supporto farmacologico e un intervento psicoterapeutico,  siano tra loro estremamente collaborative oltre, naturalmente, a godere della sua fiducia.

Buona Fortuna