Sono sposata da 9 anni, ho un figlio di 5. Mio marito ormai non mi cerca proprio più sessualmente, e io – che ho preso spessissimo l’iniziativa in tutti questi anni, sono ormai stanca di dovermi sempre “proporre”. So che non c’è nessuna altra, e lui stesso ammette di non sentire nessuno stimolo.
Fa un lavoro molto provante fisicamente, e ha una serie infinita di problemi fisici (niente di grave, ma sommandoli tutti…) I miei tentativi di spingerlo a curarsi vengono archiviati come “impossibili” (non posso lasciare il lavoro, ho troppi problemi ecc). Non riesce nemmeno mai a giocare con nostro figlio, che quindi lo evita, e questo diventa un ulteriore causa di depressione. Io so solo che, pur amandolo, sono molto provata dalla sua indifferenza e ne soffro.
Ho proposto di consultare un terapeuta per la coppia, ma figurarsi! lui non ha mai tempo.
Come posso sbloccare la situazione? Lui si è persino convinto che lo lascerò, ma come se fosse un dato di fatto, un qualcosa che non può evitare… quasi se lo aspettasse come conclusione della nostra storia. Insomma, tutti i miei tentativi di smuovere la situazione si sono scontrati con un vero e proprio muro, e io mi sento sempre più sola…
Grazie.

Risposta

Cara M,
la sua lettera è carica di tristezza ed evoca tristezza anche in me che la leggo. Questo, in primo luogo, perché lei sembra aver legato la stima di sé a quanto sia desiderata sessualmente: la teoria che lei sembra aver costruito è che, non cercandola sessualmente, suo marito stia dicendole che non vale nulla.Da quello che lei racconta, mi sembra però evidente che suo marito si trovi ad attraversare un periodo assai difficile che va ben oltre gli aspetti sessuali del vostro rapporto (difficoltà con il figlio, problemi fisici, ecc.): in una simile situazione è del tutto comprensibile che il sesso non lo interessi minimamente, anzi l’idea di dover essere efficiente e all’altezza della situazione anche nel rapporto sessuale deve provocargli sgomento.
Il fatto che egli arrivi a pensare con rassegnazione che lei lo lascerà è proprio il segno di quanto profonda ed allarmante sia la sua disperazione.
Certo sarebbe utile andare insieme da uno psicologo che vi aiuti a vedere i problemi da angolazioni diverse e a scoprire quindi soluzioni che attualmente non riuscite a vedere. Purtroppo però temo che in questa situazione, visti anche i suoi rifiuti, una strada del genere non sia percorribile.
Non voglio però privarla della speranza. Al centro di quell’immobilismo che lei descrive, mi pare di scorgere dei giochi che, a mio avviso, da sempre caratterizzano il vostro rapporto: lei invariabilmente “obbligata” ad essere attivamente impegnata a risolvere problemi, lui inevitabilmente “costretto” a smontare le soluzioni. Si tratta allora di avere il coraggio di ricominciare da zero, ripartendo dalle piccole cose: come prendervi ogni settimana qualche mezza giornata di relax, solo per voi due, cercando di creare situazioni di semplicissima condivisione. In questo senso anche la sessualità può essere vista come un’occasione per ricominciare, qualcosa di rilassante, prima di tutto alla ricerca di tenerezze, di contatti, di vicinanze, piuttosto che come un luogo dove misurarsi con le proprie inefficienze o dove sentirsi rifiutati.Ricordi comunque che la possibilità di procedere in questo cambiamento dipenderà da come avverrà questa ridefinizione dei vostri spazi: se i giochi saranno quelli di sempre le possibilità di successo saranno per voi nulle.