Caro Dottore,

nella mia vita ho sempre sofferto di momenti depressivi , o meglio di inquietudini, associati ad una quasi irrefrenabile voglia di vivere.

Sono sposata da 5 anni senza figli perché, in sostanza, non ne ho voluti temendo che avessero un giorno a soffrire ciò che ho sofferto io e che tuttora soffro e temendo di non avere le risposte adatte alle loro domande. Non ho mai seguito terapie psicologiche o psicoterapeutiche (qualche volta ci ho provato ma non mi sono trovata bene). Ora che gli anni passano ho la sensazione che le scelte fatte nel passato abbiano compromesso tutta la mia vita e che il futuro mi riserverà solo noia e frustrazione. Con mio marito prima avevo un bel rapporto di dialogo , ma adesso le cose stanno cambiando sempre di più perché lo sento lontano. Anche verso di lui ho dei sensi di colpa alternati a rabbia perché non mi sento più compresa e non ho più voglia di comprendere lui in cose che sento ormai inutili. Non mi sento stimolata anche se continuo a volergli bene e tra noi c’è a volte molta tenerezza. La cosa che più mi pesa , forse , in tutta questa situazione è che non sono più capace di confidarmi con nessuno, di aprirmi veramente.
Qualche volta prendo blandi psocofarmaci per calmare l’ansia, ma non in maniera regolare anzi molto di rado. Un’altra sensazione che provo spesso ultimamante è che qualcun altro stia vivendo la vita che dovevo vivere, che qualcuno abbia rubato la mia vita, che è da qualche parte. Amo la vita ma non riesco né sono mai riuscita veramente a viverla, a godere di essa. Amo le persone ma in questo momento sento tutti lontani. Mi sento inutile sia per me che per gli altri. Non sopporto bene gli anni che passano. So che , probabilmente , dovrei fare delle scelte radicali sia sul lavoro che nella vita privata ma non ne sono capace.

Cara G,
l’impressione è che lei si trovi in un periodo di bilanci e di conti che faticano a tornare. Non si preoccupi, è piuttosto comune e non riguarda soltanto coloro che hanno vissuto un passato difficile come mi sembra di capire è stato il suo. Le stagioni della confusione e dello smarrimento toccano a molti e spesso sono fasi della vita che riservano sorprese positive in termini di crescita personale. Una confusione che si percepisce forte tra le righe della sua lettera, dove si descrive depressa ma con una irrefrenabile voglia di vivere, desiderosa di una maternità che pure ha deciso di non avere, incompresa da un marito che dice di non aver più voglia di comprendere.
Dietro a queste contraddizioni la necessità (per non dire l’urgenza) di capire, di capirsi, di “smascherarsi” ma contemporaneamente la scarsa fiducia in quella psicoterapia che secondo me rappresenta invece un modo efficace per conoscersi, perlomeno al momento attuale. Ma questi sono naturalmente giudizi personali, oltretutto di parte.Faccia una cosa : lasci passare un po’ di tempo, qualche mese…Provi a rilassarsi, a smetterla di cercare di comprendere tutto, provi a viverla quella vita di cui tanto parla ma da cui si sente distante e che comunque non le ha mai rubato nessuno; se lei riesce in questo è molto probabile che la vita la ripaghi della fiducia e che questo momento di smarrimento si dissolva in una bolla di sapone. Ma se non ci riesce .. beh, sa quello che secondo me andrebbe fatto.